SENZA MEDICI NON C’E’ CURA:

URGE RISCOMMETTERE SULLA PROFESSIONE

 

21 novembre 2018 ore 17.00

Aula Magna

Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano

 

Intervengono:

Dott. Filippo Anelli, Presidente Nazionale FNOMCEO

Avv. Giulio Gallera, Assessore Welfare Regione Lombardia

Dott. Isacco Montroni, Chirurgia generale, Ospedale degli Infermi, Faenza

Prof. Antonio Pesenti, Ordinario di Anestesia e Rianimazione Policlinico di Milano, Università degli Studi di Milano

 

Modera:

Dott. Felice Achilli, Presidente Associazione Medicina e Persona

 

Poche risorse

C’è un problema di scarsità di risorse economiche investite in Sanità nel nostro Paese, con tendenza al ribasso.  Nei prossimi anni ci si dovrà misurare con la carenza di medici e infermieri e, più in generale, di capitale umano investito.

È solo un problema di finanziamento o c’è un problema più profondo?

Qual è il lavoro del medico? e qual è il valore che va tenuto presente nel pensare a soluzioni possibili? Quale mentalità e quale cultura oggi predominano in chi cura ed in chi è curato?

Poca professione

Compito dei medici è fare i medici: perché possano costruire “salute” devono essere messi in condizione di fare quello per cui si sono preparati. McCann Health Italy ha presentato i risultati dello studio internazionale “Truth About Doctors” sul ruolo del medico oggi, riportando che il fascino della professione sta ancora per oltre il 90% dei medici intervistati nel “providing care”, ovvero nel prendersi cura del paziente. Tuttavia sono in preoccupante crescita non poche criticità:

1) la paura di azioni legali (37%);

2) il peso eccessivo della burocrazia (28%);

3) un rapporto sempre più conflittuale con gli amministratori che governano il Sistema, che sembrano perseguire uno scopo diverso da quello dei medici (15%).

A tutto questo va aggiunto la riduzione di ricambio medico con la conseguenza di turni e volumi di lavoro al limite dell’insostenibile soprattutto in certe specialità, con la conseguenza dell’uscita anticipata dal lavoro nella sanità pubblica di molti validi professionisti.

 Poca integrazione

Ma l’ambiente dove operiamo sembra non premiare chi si dedica alla cura, proprio in un momento in cui la complessità dei pazienti richiede tempo, collaborazione, disponibilità alla condivisione. Curare infatti non e più solo l’atto di un singolo, ma richiede l’integrazione tra competenze diverse e ruoli diversi. È quindi un problema non solo organizzativo, ma anche culturale.

Medici con una nuova responsabilità

Curare il paziente è ancora un’esperienza reale e positiva, capace di sostenere e rimotivare la fatica del lavoro quotidiano. Ma per reggere la sfida cosa occorre urgentemente cambiare?

 

Vorremmo discutere insieme questi aspetti.

 

Medicina e Persona