Note Incontro MeP Lombardia 28 gennaio 2017:

“A un anno dalla Riforma del Sistema socio sanitario Lombardo: quale bene per il malato?”

 

Invito pdf

Introduzione D.ssa  P. Marenco (pdf diapo)

  • Innanzitutto ringrazio tutti i partecipanti perchè in un tempo in cui l’interesse per il bene comune sembra così scarso, che così numerosi Professionisti dedichino un sabato mattina ad un confronto sulle direzioni che sta prendendo la cura nella nostra Regione, fa ben sperare sulla loro presenza in questi cambiamenti.
  • La Riforma c’è da più di un anno (e stiamo tutti cercando di familiarizzare almeno con le nuove sigle!), sono uscite in dicembre le Regole per il 2017 e sono attese le delibere attuative in questi giorni: qual’è la posizione della Associazione Medicina e Persona di fronte ad una riforma che parla in ogni pagina di persona al centro, di continuità della cura ecc…? Come sempre una posizione costruttiva nel riconoscimento che dei cambiamenti sono richiesti da quelle nuove evidenze sociali che sono sotto gli occhi di tutti (invecchiamento, con conseguenti cronicità, multipatologie, fragilità, risorse non infinite ecc…..), ma allo stesso tempo una posizione “critica” come è richiesto a dei professionisti. Infatti è proprio per collaborare realmente che si vuole giudicare se quanto di così ovviamente condivisibile dicono i punti fondanti della Riforma risulti facilitato o meno dai cambiamenti proposti. Dico FACILITATO perchè a realizzarlo devono per forza essere altri, cioè i professionisti e una organizzazione è buona se permette al professionista di fare al meglio il suo lavoro e quella che stiamo considerando è una riorganizzazione della sanità a partire da nuove evidenze.
  • cosa ha fatto l’associazione nel 2016? Ha lavorato sul tema in gruppi di lavoro di Medici Medicina Generale, Professionisti Ospedalieri e direttori. Primo risultato: dopo qualche breve schermaglia sui pregiudizi e luoghi comuni reciproci, un interessante parlarsi, conoscersi e provare a fare qualche passo “nelle scarpe dell’altro”. Si è ben presto evidenziata una varietà di situazioni sia per territori che per esperienze vissute (sinteticamente riportata in diapo1 )
  • La diapo 2 sottolinea due aspetti da non dimenticare: innnanzitutto la legge dà direttive generali, lascia quindi spazi di creatività ai soggetti. Secondo aspetto interessante che il ministro Lorenzin abbia parlato di sperimentazione . Quindi si sperimenta, poi si giudicano i risultati, si riproducono, si verificano e quindi si istituzionalizzano. Sopratutto quando si parla di territorio un percorso opposto rimane altamente illusorio. Questo significa che perchè sia una occasione di miglioramento occorrono soggetti che mettano la carne professionale sotto i titoli altisonanti perchè non rimangano lettera morta.
  • Ora l’Associazione, a più di 1 anno dalla legge di riforma, ha voluto provare a fare il punto sul percorso: questo è il senso del programma di oggi (diapo 3). Tengo a sottolineare che avremmo voluto mettere al primo punto la relazione sintetica del convegno fatto a fine ottobre a Seveso dal Gruppo Psicosociali della nostra associazione (“la Cura al confine”) proprio perchè per noi è la relazione di cura la filigrana su cui vogliamo leggere la riorganizzazione: potremmo lasciarla fuori malgrado la dichiarazione di intenti!!

 

  1. Conosciamo i punti fondanti della Riforma e i provvedimenti attuativi 2017?

dr Marco Trivelli, Direttore Generale Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda (pdf diapo)

dr Luca Merlino, Dirigente Responsabile Osservatorio Epidemiologico Regione Lombardia pdf

 

  1. Al cuore del lavoro della presa in carico: la relazione di cura, il paziente, gli operatori: dr A. Bertoglio, Medicina e Persona (pdf relazione)

 

  1. Esperienze già in atto, indici di soggetti professionali presenti e all’opera. Sono esempi , non modelli e dicono il metodo dell’Associazione: dei soggetti professionali all’opera e creativi tentano di leggere ciò che serve e di rispondervi, poi i tentaivi che risultano buoni si diffondono per invidia! E tra i tanti esempi che abbiamo incontrato ne abbiamo scelti alcuni. Anche perchè ci sembra possa aiutare a comprendere l’utilità possibile per il lavoro quotidiano di un PreSST o un POT, vederne  uno attuato piuttosto che una definizione di sigle!

 

  1. dr Massimo Giupponi DG ATS Brianza : il PreSST di Introbbio (pdf diapo)
  2. dr Carlo Nicora DG ASST Bergamo: esempi di presa in carico nella ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo (pdf )
  3. sperimentazione sulla continuità di cura
  • da parte del Gestore Fondazione Maddalena Grassi, dr Maurizio Marzegalli vice presidente fondazione (ADI con una esperienza particolare sui bambini con disabilità grave), (pdf diapo)
  • da parte del gestore Medicasa d.ssa Silvia Trazzi Direttore Sanitario Medicasa Italia (domiciliare per post acuti) (pdf diapo)
  1. dr Roberto Cairoli Direttore SC Ematologia Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. Interazione specialista ospedaliero/MMG: si inizia con le gammopatie monoclonali. (pdf diapo)

 

L’incontro si è concluso con un dialogo con l’Assessore dr. Giulio Gallera: al quale sono state rivolte dai Professionisti Ospedalieri, dai MMG, da Dirigenti infermieristici domande di chiarimento, di segnalazione criticità, difficoltà, di suggerimenti, e una domanda sostanziale su quali saranno le priorità in questo 2017. Lo ringraziamo innanzitutto per questa disponibilità reale ad un dialogo con i Professionisti e con la nostra Associazione.

Come conclusione mi sento di dire che, al di là di grandi differenze legate anche ai territori che richiederanno certamente una grande elasticità nelle risposte (che la struttura generale della riforma sembra consentire), la prima condizione  per continuare il lavoro di oggi sembra essere per tutti la necessità di proseguire in una comunanza reale di scopo,  un dialogo con interlocutori identificati e incontrabili su tavoli professionali e non solo sindacali. Questo è prioritario per i MMG, veri punti nodali della Riforma sul territorio e che devono potere esprimere la loro decennale esperienza su temi quali quelli trattati oggi. E’ richiesta anche una vigilanza sul carico burocratico delle nuove forme in modo che non vada a ridurre il tempo dedicato al malato e una attenzione alla formazione. Si riconosce quindi come il tentativo e le priorità indicate nascano da una lettura epidemiologica dei bisogni dei cronici, e si registra favorevolmente come le non poche novità introdotte ( PAI, scelta che verrà chiesta al paziente per la presa in carico nei prossimi mesi, nuovo sistema tariffario….) aprano spazi di dialogo e di modificabilità a partire dalle esperienze.

Dott.ssa Paola Marenco

Vice presidente Medicina e Persona